Siamo Davide ed Alessandro, e vogliamo condividere la magnifica esperienza vissuta lo scorso 21/05 al Giro d’Italia su un ammiraglia al seguito della corsa, avendo vinto il concorso indetto dal Cannondale Pro Cycling Team.
Ricevuto circa una settimana prima della tappa l’annuncio della vittoria, veniamo messi in contatto con un membro dello staff Cannondale che ci fornisce tutte le info utili su come si svolgerà la giornata. Il ritrovo è fissato alle ore 10.00 in Farra d’Alpago (BL), città di partenza della 14° tappa. Il tappone dolomitico, che presenta oltre 5.500mt di dislivello, ricalca esattamente il percorso della famosissima GF Maratona delle Dolomiti. Prevista in successione la scalata dei passi Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau e Valparola prima della picchiata finale verso Corvara. Un ottovolante che non lascerà invariata la classifica generale!
Fin dalla mattina capiamo che sarà una giornata spettacolare anche dal punto di vista meteorologico: un bene per tutti, sia per i corridori che per il pubblico! Piccolo neo, a nostro avviso, l’aver chiuso i passi già dalla sera precedente la corsa: questo ha comportato una minor presenza di pubblico rispetto ad altre occasioni, poiché l’unico modo consentito per raggiungere le cime ed assieparsi era a piedi o in bicicletta. Aspettiamo quindi l’arrivo dei pullman delle squadre: Nippo-Fantini, BMC, Astana e finalmente Cannondale.
Il nostro contatto all’interno della squadra è Fabrice Vanoli, a capo delle relazioni con il pubblico. Restiamo stupiti dalla sua calorosa accoglienza: non facciamo a tempo ad aprir bocca che subito ci mette in mano una sacca della squadra (quella utilizzata ai rifornimenti volanti) contenente una borraccia, due cappellini ed una maglia firmata da tutti i corridori!
Fervono i preparativi per la partenza: mentre i meccanici danno un ultima controllata alle biciclette, noi siamo liberi di girare a piacimento e fare conoscenza anche con il DS Charlie Wegelius
Alla spicciolata scendono dal pullman anche gli atleti, diretti al foglio firme di partenza. Riusciamo a fare una foto solo con alcuni di loro (es: Clarke, Bettiol, Brown) prima di esser richiamati sull’ammiraglia in partenza.
Obbligatorio un selfie con il DS ed il meccanico di bordo prima della partenza!
Subito si respira il clima della grande festa, con i tifosi assiepati lungo le strade.
La corsa si accende subito e si viaggia a ritmi da tappa di pianura, 50km/h la media della prima ora. Immersi nel fondovalle che da Belluno porterà la corsa fino ad Arabba (FOTO 16), parte la fuga di giornata con una trentina di corridori a cui ci accodiamo poiché, tra gli altri, sono presenti anche i due corridori della Cannondale Moser e Brown.
Nel frattempo in ammiraglia (perennemente connessa a Radio Corsa) il meccanico è dedito a prender nota dei componenti della fuga, segnare i distacchi in classifica generale e catalogare in
base alle caratteristiche di ogni atleta: tutte informazioni da trasmettere al DS per decidere la migliore strategia di gara.
base alle caratteristiche di ogni atleta: tutte informazioni da trasmettere al DS per decidere la migliore strategia di gara.
Già le prime rampe del Pordoi sgranano il gruppo dei fuggitivi, che si assottiglia sempre di più nell’affrontare le 4 cime del “Sellaronda”. In difficoltà anche Ulissi, che per qualche momento della tappa è stato anche maglia rosa virtuale, avendo inizialmente la fuga accumulato oltre 6 minuti di vantaggio dal gruppo.
Immersi nello spettacolo delle Dolomiti, impressioniamo nelle macchine fotografiche anche qualche panorama: ogni cima è ancora imbiancata dopo la giornata di maltempo del giovedì precedente la tappa.
La carovana prosegue in direzione del “mostro” Giau, posto a circa 50km dal traguardo, che bisogna affrontare dal lato più arcigno, quello di Selva di Cadore: per dare un’idea della durezza della salita, basta ricordare il ritornello che i locali sono soliti ripetere “10km al 10% di media”. Una curiosità: la mattina ci siamo accorti che le bici del team montano cambio Ultegra elettronico anziché DuraAce. Pensavamo fosse per il fatto di mantenere la bici entro il peso linite UCI di 6.8Kg, invece ci viene spiegato che, proprio in vista del Giau, alcuni corridori hanno deciso di montare il 32 dietro, soluzione possibile solo con il cambio Ultegra.
Le forze in campo iniziano ad esser poche, ed ancora una volta il gruppetto dei fuggitivi si frammenta: purtroppo Moser non riesce a tenere il ritmo dei migliori e noi ci adeguiamo al suo passo, con il DS che lo incita continuamente a non mollare e salire regolare del proprio passo. Verso metà salita ci fermiamo a bordo strada per aspettare anche gli altri corridori Cannondale e rifornirli del necessario per affrontare l’ultima parte di gara. Il gruppo dei migliori intanto sta guadagnando rapidamente terreno sui fuggitivi, che vediamo presto sfrecciare a ritmo sostenuto davanti agli occhi, tirati da Scarponi.
Alla spicciolata passano tutti i ritardatari fino al classico gruppo scopa, “tirato” da Daniel Oss, in cui fa parte anche l’ultimo atleta Cannondale Navardauskas.
Ripartiamo dunque in fondo al gruppo restando imbottigliati nel traffico delle ammiraglie, cosa che ci permette comunque di godere lo spettacolare panorama in vetta. Manca solo un passo da affrontare, il Valparola: sulla carta il più facile della giornata, in realtà sappiamo tutti che si rivelerà essere quello decisivo, sia per la tappa che in ottica classifica generale. Riceviamo via radio la comunicazione di un possibile problema meccanico ad un nostro corridore anche se non è chiaro di chi si tratti. A questo punto inizia la “remuntada”: una lunga rincorsa per recuperare tutti i corridori che ci avevano superato in occasione della sosta sul Giau. A parte Rigoberto Uran, seguito da un’altra ammiraglia, prima dell’ultimo scollinamento raggiungiamo tutti gli altri componenti della squadra che, fortunatamente, non segnalano nulla di anomalo nei loro mezzi: come conforto possiamo offrire loro solo qualche barretta ed una mantellina antivento. A questo punto non resta che proseguire verso il traguardo, accompagnati all’esterno dalle grida di incitamento dei tifosi (specialmente sul “Mür di Giat”), all’interno da quelle indirizzate dal GM Jonathan Vaughters, via radiolina, all’indirizzo esclusivo del capitano, incoraggiandolo a non mollare proprio all’ultimo.
Conclusa la tappa, ci dirigiamo verso la zona dove sono parcheggiati i pullman delle varie squadre. Proviamo quasi compassione per i corridori, pensando che dopo il traguardo devono percorrere altri 3km in salita per arrivare fin qui! Ad attenderci anche Simone, marketing manager di Cannondale Italia, che gentilmente ci darà un passaggio per tornare alla città di partenza.
Conclusa la tappa, ci dirigiamo verso la zona dove sono parcheggiati i pullman delle varie squadre. Proviamo quasi compassione per i corridori, pensando che dopo il traguardo devono percorrere altri 3km in salita per arrivare fin qui! Ad attenderci anche Simone, marketing manager di Cannondale Italia, che gentilmente ci darà un passaggio per tornare alla città di partenza.
Prima di avviarci, obbligatoria una foto con Rigoberto!
Vi abbiamo cercato di raccontare, in breve, una lunga giornata passata a respirare i suoni ed i colori del Giro d’Italia (anche un po’ di smog delle auto/moto al seguito a dir la verità!). Non potevamo farci sfuggire un’occasione del genere, nella splendida cornice delle Dolomiti bellunesi. Ringraziamo Cannondale Pro Cycling Team per l’accoglienza e la gentilezza dimostrata nell’organizzare la giornata, sperando in ulteriori future iniziative, in collaborazione con bcc-forum.
Tratto da BDC-MAG.com
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